loader

Un Rigoletto inclusivo come non l’avete mai visto è quello messo in scena dall’Orchestra Senzaspine, tra il 26 e il 28 aprile di quest’anno, al Teatro Duse di Bologna. Si tratta di un’esperienza fatta già con successo a novembre del 2021, quando l’opera scelta fu il Don Giovanni di Mozart, con cui è iniziato un percorso di avvicinamento all’accessibilità di un’opera lirica per renderla fruibile a tutti, attirando anche i giovani e le persone con disabilità, in particolare quelle sensoriali.

Questa volta la direzione dell’orchestra è stata di Matteo Parmeggiani, mentre la regia è stata curata ancora una volta da Giovanni Dispenza, che ha coinvolto Andrea Niccolai con le sue illustrazioni ispirate al mondo dei fumetti, che sono state proiettate sulla scena ricreando i contrasti emotivi che permeano l’opera di Verdi.

Anche in questo caso i Senzaspine hanno coinvolto diverse Associazioni di Bologna che si occupano di disabilità sensoriali, tra cui la Fondazione Gualandi, l’ENS, l’Istituto Cavazza, e noi della FIADDA, per realizzare uno spettacolo pienamente godibile anche da parte di chi non vede o non sente. Nel progetto è stata anche coinvolta nuovamente una realtà bolognese come l’Antoniano, sia per la messinscena dell’opera, con la preparazione dei costumi, sia per i diversi laboratori con i bambini, in particolare con quelli affetti da diverse patologie seguiti dal Centro Terapeutico dell’Antoniano, che hanno avuto modo di interagire con i musicisti e partecipare alle prove.

Il progetto ha previsto, nel mese precedente la rappresentazione, diverse attività preparatorie, con laboratori sensoriali sulla percezione, laboratori tattili, visite al teatro alla scoperta anche del dietro le quinte, esperienze alla scoperta del suono: Toccare il suono; Il contesto, De-costruire lo spazio; Sviluppo delle sensibilità; Raccontare Rigoletto: laboratorio di scrittura per le mani; Sentire i tessuti; Dietro e davanti le quinte.

Uno dei momenti più importanti e piacevoli nel percorso per la migliore comprensione dell’opera è stato senz’altro quello della lezione-concerto tenuta dal regista e dal direttore dell’orchestra, che ne hanno spiegato la trama, con la collaborazione di alcuni dei cantanti protagonisti, che hanno permesso di comprendere meglio alcuni brani dell’opera, per arrivare alla messa in scena in modo più consapevole. Il mese di preparazione si è concluso con i tre giorni di Verdi-fest presso il Mercato Sonato, due giorni di musica, spettacoli e anche dibattiti sull’accessibilità.

Una grossa novità della messinscena quest’anno è stata la proiezione dei sovratitoli direttamente sul fondale, inseriti in fumetti che si adattavano alle immagini che vi venivano proiettate e che apparivano in stretta connessione con i personaggi, facilitando la lettura del testo cantato da parte degli spettatori.
L’idea è stata del regista, Giovanni Dispenza, che ha cercato di migliorare in questo modo l’accessibilità dell’opera, immedesimandosi nelle difficoltà di chi non sente o sente poco, e creando nello stesso tempo un risultato artistico. Il risultato è stato assolutamente convincente e ci ha dimostrato come si possa migliorare quella che per noi è un’esigenza imprescindibile per rendere inclusivi gli eventi per le persone con disabilità uditiva, cioè la sottotitolazione. La particolare sensibilità acquisita per questi bisogni ha permesso di ideare in questo caso una modalità innovativa, che mantenesse la sua specificità aumentandone la comprensione, ma che nel contempo rispondesse anche a finalità artistiche.

Anche quest’anno sono stati coinvolti direttamente nel progetto due dei nostri ragazzi, che hanno fatto le comparse mettendosi in gioco con entusiasmo, Agnese e Tommaso, di cui vi riportiamo le parole. Per Agnese è stata la prima esperienza; Tommaso è ormai un “veterano”, avendo partecipato come comparsa anche al Don Giovanni, e avendo anche preso parte quest’anno a diversi incontri preparatori, in cui ha potuto parlare della sua esperienza di persona sorda.

Agnese ha scritto: “Non conoscevo l’opera del Rigoletto e prima di questa esperienza non avrei mai immaginato che l’opera lirica mi potesse piacere così tanto da recitarla. Ho svolto il ruolo della figlia di Monterone, che è stata appena “violata” dal Duca di Mantova. È stato molto interessante e unico recitare la sua espressività. Nonostante fossi la più piccola nel cast, mi sono sentita molto inclusa e sullo stesso piano degli altri. Infatti questa esperienza è stata indimenticabile sotto ogni punto di vista, perché mi sono sentita del tutto me stessa. Non mi riferisco solo ai sottotitoli, ma anche all’ambiente che si era creato, che mi ha fatto sentire non una persona diversa dagli altri, ma una persona inclusa, capace di fare tutto ciò che le viene affidato. Ringrazio ogni singola persona che ha contribuito a questo grande spettacolo affinché tutti si potessero sentire importanti e parte integrante di un bellissimo progetto”.

Per Tommaso riportiamo le parole scritte dalla sua mamma, che ben interpretano l’atmosfera vivace del teatro: “Stasera il teatro è pieno di giovani: giovani in platea, giovani in galleria, giovani con gli strumenti, giovani sul palco, giovani direttori, giovani registi. Giovani che suonano, giovani che cantano, giovani che recitano, giovani che ballano, giovani che disegnano, giovani che segnano. Giovani che leggono, giovani che vedono, giovani che sentono, giovani che ascoltano, giovani che dialogano. Non avrete la vita facile, incontrerete continuamente ostacoli. “Con la cultura non si mangia”, vi diranno, Con la cultura non si mangia…..ma si vive. Stasera il teatro è pieno di vita. E tu l’hai nel sangue, figlio mio”.

Noi di FIADDA ER abbiamo contribuito fornendo la sottotitolazione/sovratitolazione in diversi eventi preparatori e a teatro. Abbiamo potuto farlo grazie al finanziamento avuto dalla Regione ER per il progetto ACCESs, all’interno del quale rientra perfettamente un momento di inclusione culturale come quello che abbiamo vissuto.

Skip to content