loader

Riportiamo la testimonianza di Alessandra Fantini che, sulla base della sua lunga esperienza di lavoratrice sorda, scrive:

Ognuno merita di essere ascoltato e compreso, indipendentemente dalla propria condizione, anche sul lavoro!
Ecco, quindi, alcuni consigli per favorire una maggior inclusione e sicurezza per le persone sorde negli ambienti di lavoro:

1) la persona sorda si dovrebbe collocare in una posizione in cui possa avere una completa panoramica di ciò che ha davanti per poter meglio interagire grazie alle informazioni visive nell’insieme. Le informazioni circostanti possono favorire, infatti, la comprensione di quanto sta accadendo nel contesto.

2) Predisporre ambienti il meno rumorosi possibile e con meno gente possibile;

3) Non avere persone alle spalle;

4) Non trovarsi con la luce addosso altrimenti la lettura labiale ne viene compromessa;

5) non urlare perché non serve a niente, è sufficiente scandire o parlare in maniera normale (per le persone che hanno la barba magari potrebbero tagliarla nelle zone vicine alla bocca) ;

6) in caso di difficoltà nella comunicazione, si possono utilizzare i supporti come lo scrivere (sul cellulare o carta) o utilizzare varie app che permettono di trascrivere

7) non chiedere alla persona sorda di effettuare telefonate, farà sicuramente più fatica (nel caso ci riesca) a farle rispetto a una persona udente! Esistono numerosi modi per comunicare come le mail, i messaggi, le chat!

Per la legge sulla sicurezza in presenza di sordità, i luoghi lavorativi devono essere muniti di sistemi di sicurezza visivi come l’antincendio in posizione assolutamente visibile in qualsiasi momento per il non udente.

Un altro momento di mancata inclusione accade quando il datore di lavoro non comprende i problemi attinenti all’acustica della persona con problemi uditivi dovuti al fatto che egli porta l’apparecchio acustico o impianto cocleare che, pur essendo prodotti tecnologici, possono non supportare adeguatamente da rumori molesti e continui di fondo che vanno ridotti se possibile!

Un problema molto grosso nell’ambiente lavorativo, infine, è quello di assicurarsi che il lavoratore disabile debba essere coinvolto nelle decisioni aziendali nella stessa maniera dei suoi colleghi e non sempre queste cose vengono fatte per motivi tipo per mancata formazione sull’argomento che comporti la conoscenza di ausili preposti o costi onerosi e la loro giusta applicazione.

Scopo di una Azienda non dovrebbe essere quello di creare competitività tra collaboratori ma quello di produrre grandi risultati costruiti con il loro benessere anche quelli con handicap, perché la salute di ognuno si misura dal benessere fisico, mentale e psichico.

È tempo di cambiare la cultura aziendale e promuovere la collaborazione, non la competitività!

Skip to content