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La legge n.388 del 2000 all’articolo 80, comma 3 ha riconosciuto alle persone con grave invalidità, cioè lavoratori con riconoscimento di “sordo” (in base alla L.381/1970) o con invalidità superiore al 74 %  un’importante agevolazione: una maggiorazione dell’anzianità per andare in pensione.

Per ogni anno di lavoro vengono riconosciuti 2 mesi di contributi figurativi, fino ad un massimo di 5 anni.

Quindi un lavoratore dipendente che ha lavorato per 30 anni (30 x 2 mesi = 60 mesi) si vedrà riconoscere 60 mesi (5 anni) di contributi figurativi in aggiunta ai suoi contributi.

Per i periodi di lavoro inferiori all’anno la maggiorazione è calcolata in misura proporzionale, aumentando di un sesto il numero delle settimane di lavoro svolto.

La maggiorazione di anzianità contributiva spetta ai periodi di attivittà come lavoratore dipendente, sia in aziende private che nelle pubbliche amministrazioni.

I periodi devono essere effettivamente lavorati, quindi non si applica ai periodi coperti da contributi volontari, riscatto o figurativi (per esempio di discoccupazione).

La maggiorazione dei contributi è utile ai soli fini del diritto alla pensione e dell’anzianità contributiva ed è riconosciuta su richiesta degli interessati contestualmente alla domanda di pensione.

Poichè l’INPS non la registra nell’estratto conto, è importante informarsi per tempo presso un patronato per valutarne il calcolo per il diritto a pensione e anche per l’importo della pensione stessa.

Infatti la maggiorazione incide nell’importo della pensione solo sulle quote di pensione calcolate col sistema retributivo, mentre non influisce nel calcolo sulla quota di pensione contributiva oppure sulla pensione tutta contributiva. E’ un beneficio importante che riconosce le maggiori difficoltà, fatica e spesso usura, che  le persone con gravi disabilità vivono nel lavoro.

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