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Nel mondo di oggi chi viene emarginato ed escluso?” chiede la catechista al gruppo di quinta elementare; tutti i bambini e le bambine prendono un foglietto e scrivono la propria risposta, basata sulle proprie esperienze, sulle situazioni che hanno vissuto, sugli argomenti di cui sentono parlare “i grandi”… ed eccola lì, la risposta di mia figlia, dieci anni, sorda dalla nascita e portatrice di protesi acustiche da quando era in fasce… per lei la risposta è LE PERSONE CHE NON SENTONO BENE, e la sua risposta sta lì, in mezzo ai poveri, ai bambini che subiscono il bullismo e alle persone con religioni diverse.

Resto un attimo basita quando vedo la foto del cartellone con le risposte del gruppo, non mi aspettavo questa risposta proprio da lei. Lei che è sempre piena di amici e amiche, che viene invitata a destra e a manca, che le maestre a scuola definiscono “una leader”.

Quando le chiedo se l’ha scritto lei mi risponde molto semplicemente di si, e mi racconta due episodi in cui si è sentita esclusa a causa della sordità, due episodi avvenuti mesi, anni fa, e di cui non ci aveva mai parlato. Fa spallucce, come a dire “mamma tranquilla” e io lo so che lei è già oltre, che lei avrebbe voluto rispondere alla bambina che l’ha esclusa dai giochi in acqua “non sai cosa ti perdi” e agli educatori che non l’hanno fatta partecipare alla gara di nuoto perché non avrebbe potuto sentire il VIA “avrei vinto io, se mi aveste lasciata partecipare”. Forse però gliel’ha detto…!

Nell’augurarmi che non perda questa virtù, mi chiedo quante volte mi sono persa dei segnali, quante altre volte può essere capitato e io non me ne sono accorta? Non ne ho idea. Ci siamo sempre considerati fortunati per non avere mai vissuto episodi gravi di esclusione, ma siamo anche consapevoli che ce ne saranno in futuro. E allora mi posso solo augurare di avere dato a mia figlia tutti gli strumenti per affrontare queste situazioni e insegnare agli altri cosa vuol dire “inclusione”.

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