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Il principio che seguiamo in musicoterapia, avvalorato da decenni di esperienze con tanti bambini sordi, è che un bambino che è sereno, che è seguito, che vive in un contesto stimolante e ricco di suoni, se messo in condizione di ascoltare inizia a parlare spontaneamente.

E’ un fatto naturale e un desiderio del bambino parlare e comunicare con gli altri.

Perché ciò accada sono importanti alcuni fattori:

  • Innanzitutto è importante che il bimbo sia circondato da persone che gli trasmettano fiducia, serenità e sostegno nei suoi tentativi di comunicazione verbale.
    È fondamentale che il bambino si senta accolto, accettato e soprattutto ascoltato.
  • È importante anche che il genitore tenga in braccio il bambino, appoggiato sul suo petto e che gli parli o ancora meglio che canti per lui. Non importa la qualità dell’intonazione, è importante farlo. La voce cantata, rispetto a quella parlata, è ricca di suoni armonici (ovvero di frequenze), è più piena e più bella. Essa ‘incanta’ e stimola il bambino all’ascolto e alla ripetizione, nel gioco di sguardi con mamma e papà. Inoltre il corpo, mentre si canta, diventa una cassa armonica vibrante ed essa coinvolge il bambino per risonanza in modo tale che è spontaneo per lui ascoltare.
  • Va detto poi che l’aspetto emotivo non è mai separabile dall’aspetto uditivo e mentre il genitore canta per il bimbo, trasmette e comunica anche affetto e sicurezza, fondamentali per crescere sereni. Il bambino capisce così che parlare è un fatto naturale e proverà a farlo.
  • E’ importante cantare, avendo il bambino in braccio, anche per un altro motivo. Per il bimbo piccolo vedere il genitore che parla, cattura l’attenzione sulla bocca in movimento tanto da spingerlo a ficcare dentro le manine e in questo modo egli ‘esplora’ ma anche ‘apprende’ come si fa. Il passaggio successivo sarà che, inevitabilmente, con i suoi tempi, il bambino proverà ad imitare la mamma e il papà a produrre i suoi primi suoni consapevoli.
  • Nel momento in cui ciò accade è fondamentale che il genitore, in ascolto, guardando il bambino negli occhi, gioisca delle sue esperienze e lo gratifichi. Il guardare è un aspetto delicato ma indispensabile perché un bambino solo quando viene guardato ‘esiste’, c’è per qualcuno, ha qualcuno in cui rispecchiarsi. Nel gioco degli sguardi il bambino impara la relazione.

Cosa cantare al bambino?

In base alle età, pensando ai piccoli, si possono proporre le filastrocche popolari infantili, magari quelle apprese nella propria infanzia nel trapasso di tradizioni familiari, ancora meglio se prevedono un gioco con il corpo.

Facciamo alcuni esempi:

  1. Staccia minaccia, il babbo è andato a caccia…..oppure Cavallin ciò ciò ciò si cantano mentre il bimbo è tenuto sulle gambe dell’adulto, rivolto verso di lui, e sperimenta lo stare a cavalcioni o se è piccolo a sostenere il tronco.
  2. Questo è l’occhio bello e questo è suo fratello racconta al bimbo quali sono le parti del corpo come Piazza bella piazza porta l’attenzione sulla manina e sulle dita.
  3. Per i più grandicelli ci sono le filastrocche con i movimenti: Girotondo, La bella lavanderina, Ecco il treno….che lo portano nella dimensione della socialità, del fare con gli altri. Il Girotondo poi racconta al bambino che nella vita si può cadere, che ci sono gli imprevisti, ma che con l’aiuto degli altri e non da soli, ci si può rialzare.
    E vi sembra poco?
  4. Pom pom d’oro e Mi lavo le man per fare il pane per uno, per due….insegnano il nome dei numeri e le quantità in una successione divertente.

Non è un caso se le filastrocche sono giunte fino a noi senza passare dai libri ma utilizzando soprattutto il canale orale: esse hanno sempre avuto, ed hanno ancora, qualcosa da raccontarci e insegnarci.

L’importante è trovare occasioni per giocare, cantare e ritmare insieme!

Una sola cosa il genitore di un bambino non deve fare: pensare che non senta, che parlerà e che non canterà mai e con questo timore irrigidirsi e smettere di parlargli e cantare per lui. Il bimbo sordo ha ancora più bisogno degli altri dei suoni!

Forse la voce del bambino sordo non sarà subito bella, ma allenandola e seguendo questi consigli lo diventerà e sarà una sorpresa per il genitore quando comincerà anche a modularla!

Buona musica!

Nicoletta Bettini, musicista, musicoterapeuta e formatore. Socio fondatore della FIM (Federazione Italiana Musicoterapeuti). Docente. Certificata Norma Uni 11592 Arteterapeuti.

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