Una grande passione, tanto impegno…la realizzazione di un sogno.
- Come hai scoperto la tua passione per la musica nonostante la tua sordità?
Raccontaci il percorso che ti ha portato a diventare DJ e come hai sviluppato il tuo rapporto con il suono.
Da ragazzino andavo spesso in discoteca con amici, invece di ballare ero curioso di come suonavano i dj con i vinili della musica anni 80/90, e stavo lì a guardare come suonavano con i vinili e mixer, come muovevano le mani, non me ne staccavo. E da lì ho capito che mi sarebbe piaciuto imparare a suonare dj, ma per me era molto difficile imparare e ho provato ad andare a qualche lezione del corso per dj. Purtroppo con la mia sordità con le protesi di anni fa, parliamo di circa 30 anni fa, non riuscivo a sentire di preciso i battiti, minuto per minuto, e non riuscivo neanche a capire quale era il momento giusto, il tempo giusto per cambiare i brani musicali. E a questo punto pensavo che questo strumento dj non fa per me.
Passano gli anni e ho scoperto la console dj digitale in un negozio di musica e si può collegare con il pc e con software apposta per la console e con questo è possibile mixare audio e c’è un display dove si può vedere in tempo reale i vari componenti delle tracce (voce, strumenti, cassa, ecc). E da lì ho cercato un corso per dj digital e ho fatto il corso per due anni da un privato proprio per imparare a suonare e da lì sono cresciuto, e non pensavo che sarei arrivato dove sono adesso. Grazie anche alle protesi che sono migliorate con il tempo e all’impianto cocleare che ho fatto da poco.
- In che modo vivi e percepisci la musica?
Molti si chiedono come un DJ sordo riesca a “sentire” la musica. Potresti spiegarci come la vivi attraverso vibrazioni, ritmi e altre sensazioni?
Bella domanda! Ho scoperto la mia passione per la musica quando avevo 6-7 anni circa grazie alle protesi acustiche, mi piaceva sentire la musica con le musicassette e mi mettevo a “giocare” con i tasti “rewind” e “play” perché ero curioso di sentire quel pezzo e cercavo di capire il suono o il ritmo e con il tempo non ho mai smesso di ascoltare e imparavo a leggere i testi delle canzoni e riuscivo a seguire le parole delle canzoni e mi allenavo così per anni. E ho imparato una canzone di Zucchero “Con le mani” cantando e segnando con la lingua dei segni grazie al mio maestro di sostegno Ermanno Taracchini. E tutt’ora lo faccio ancora ascoltando con le cuffie e ascolto ascolto fino a non stancarmi, anche con l’aiuto dei testi che ora le app e con le tecnologie non mancano. E questo mi ha aiutato molto anche per fare dj, per capire meglio i tempi, i battiti e grazie soprattutto all’allenamento e al mio cervello che riconosce e memorizza i brani musicali attraverso il monitor delle tracce visive e alle vibrazioni degli acuti e bassi.
- Quali sono le sfide più grandi che hai affrontato nel tuo percorso musicale?
Ci sono stati momenti difficili in cui hai dovuto superare ostacoli legati alla tua disabilità? Se sì, come li hai superati?
Sì, fare deejay sembra un lavoro facile ma non lo è, come già accennavo prima ho riscontrato difficoltà con i vinili che poi dopo anni ho risolto grazie alla console digitale e apparecchiature moderne. Ci sono state tante volte che cadevo, mi scoraggiavo ma nonostante la mia passione per la musica non volevo arrendermi mi rialzavo sempre più forte anche se ci volevano mesi ma volevo impegnarmi per diventare dj, per realizzare il mio sogno. E mi impegnavo a concentrare, a suonare, a sentire il suono, i ritmi della musica e tante altre cose. Volevo dimostrare che nonostante la mia disabilità, la mia sordità, riesco anche io a suonare, a sentire la musica e fare dj.
La sordità non è un limite.
- Come reagisce il pubblico quando scopre che sei un DJ sordo?
Le persone sono spesso sorprese. Cosa pensi che i tuoi fan imparino da te, oltre alla tua musica?
Sì, proprio così le persone sono spesso sorprese da me appena scoprono che sono un dj sordo, sia sordi e udenti, ma soprattutto udenti. E mi chiedono sempre: “Come faccio a sentire la musica se sono sordo?”; “Ma come fai?!” Ma nonostante mi fanno sempre tanti complimenti, sono rimasti colpiti e questo mi fa piacere anche perché ho dimostrato appunto che la sordità non è un limite, e sono riuscito a battere le discriminazioni che però purtroppo sono ancora esistenti.
E con questo vorrei e spero che permettano agli altri di “svegliarsi” che anche noi possiamo e diventare qualcuno! Dovrebbero in qualche modo buttare le barriere e le discriminazioni in modo da permetterci di migliorare.
- Che messaggio vorresti dare ai giovani sordi che vogliono avvicinarsi alla musica o seguire le loro passioni?
Cosa consiglieresti a chi, come te, vuole rompere le barriere e dimostrare che tutto è possibile?
Come dicevo prima la sordità non è un limite, perché è proprio vero che la sordità non significa limitare, ma tutto dipende dalla mente e dal cuore, soprattutto dalla volontà! La sordità è solo una parte di noi. È come portare gli occhiali da vista, fa parte di noi, anche se è vero che la sordità è più grave.
I sordi possono diventare quello che vogliono, quello che desiderano, qualunque siano i sogni nel cassetto. Sicuramente non sarà facile il percorso per arrivare all’obiettivo, ci saranno gli ostacoli ma questo non deve fermare assolutamente. Attraverso la passione, determinazione e volontà tutto è possibile.
La mia arma vincente è stata proprio la forza di volontà, il desiderio di emergere. Non mi sono mai arreso e credo che chiunque, nella vita, deve saper stringere i denti perché soltanto in questo modo si raggiungono sogni e obiettivi.
6. Che genere di musica ti piace di più?
Mi piace un po’ di tutto, dal classico, jazz, pop al rock. Ma soprattutto mi piace ascoltare la musica dance, tipo anni 80-90 che è molto ritmata e mi piace anche la musica per balli di gruppo.