Alla domanda: Si può parlare di diversità a bambini delle scuole dell’infanzia e medie? la risposta è stata unanime: Si può e si deve. È importante cominciare a far capire ai più piccoli il valore di ogni persona, anche di chi ci appare diverso da noi.
È quello che abbiamo pensato come Consulta per il superamento dell’Handicap del Comune di San Lazzaro di Savena (BO), di cui come FIADDA Bologna-AGFA facciamo parte, ragionando su come promuovere e rilanciare nella società una mentalità dell’accoglienza dei più fragili, che ancora troppo spesso manca e che purtroppo riscontriamo sopita negli ultimi anni, con il pericolo di una involuzione anche rispetto ai risultati raggiunti in anni passati.
Per questo abbiamo fatto partire il progetto La diversità nella diversità, che è stato inserito a settembre nel POF, il Piano dell’Offerta Formativa presentato alle scuole del Comune. Il progetto ha coinvolto diverse persone e Associazioni che fanno parte della Consulta, sotto la spinta della attuale presidente, Patrizia, docente in pensione che si è sempre occupata di inclusione, persona assolutamente entusiasta e propositiva. L’idea di fondo è stata quella di far prendere coscienza della propria identità attraverso il confronto con una persona con disabilità: Emma e la CAA; Christian e la percezione del corpo di una persona cieca; Sara e le sue poesie; Davide, ingegnere tetraplegico, e il sogno di realizzare un progetto di vita indipendente.
All’interno della scelta di questi laboratori su disabilità diverse, tra cui le docenti hanno potuto optare, c’è anche il nostro laboratorio sulla sordità, che è stato molto richiesto e che sta avendo un grosso successo tra bambini e ragazzini. La nostra “star” è Agnese, una ragazza entusiasta, che da qualche anno si sta sempre più impegnando per testimoniare le potenzialità delle persone sorde e le difficoltà che esse incontrano, specialmente per la persistenza di stereotipi che purtroppo perdurano nell’immaginario collettivo.
Agnese, da poco uscita lei stessa dai banchi di scuola e che ora frequenta Scienza Politiche all’Università, coinvolge e riesce a tenere l’attenzione di ragazzini spesso turbolenti, anche raccontando subito che gioca a calcio, e che il suo sogno, oltre a quello di laurearsi nel campo dei diritti, è fare l’attrice. I ragazzi ascoltano e fanno domande e interventi mirati, e alla fine dichiarano di aver imparato cose che non sapevano.
All’inizio proponiamo loro alcune esperienze coinvolgenti: vedere dei brani di film senza audio, per far capire la difficoltà di comprendere con la sola lettura labiale. Poi gli stessi filmati sono guardati con i tappi negli orecchi, per simulare quello che provano le persone sorde con le protesi o gli impianti cocleari. E infine si fa un gioco a coppie, in cui uno dei due dice senza voce una breve frase e l’altro deve capire con la sola lettura labiale quanto è stato detto.
Molto importante è poi la visione dei nostri brevi video (link: https://www.youtube.com/watch?v=f3XGfHs0XXc&ab_channel=FIADDAER), che con la loro freschezza tengono avvinti i piccoli spettatori, spiegando in maniera divertente quello che c’è da sapere sulla sordità, e del corto Matilde (link: https://www.youtube.com/watch?v=0mb1To46078&ab_channel=FIADDAER), che coinvolge anche perché ambientato in una scuola come la loro, con la protagonista, loro coetanea, che deve difendersi dal rumore presente nelle aule scolastiche e da ostacoli come quelli che i baffi del docente le pongono per la piena comprensione della lezione.
Alla fine il brain storming sulla parola sordità, proposto da Agnese all’inizio dell’incontro, si arricchisce sempre di numerosi significati, proposti dai bambini e segno dell’attenzione suscitata, e parte un applauso sincero per Agnese, con tanti complimenti anche da parte delle docenti.
Quello che ci auguriamo è che in tutti questi bambini resti il segno di questa esperienza, e che possano riportarla a casa alle loro famiglie, per far crescere l’attenzione alla diversità, in questo caso alla sordità.
Nello stesso tempo, indirettamente, portiamo formazione anche alle insegnanti, che hanno modo di ascoltare direttamente una persona sorda, con i suoi traguardi importanti ma anche con le sue difficoltà, e di comprendere meglio come approcciarsi ad essa e come è possibile aiutarla anche nella scuola, che è più che mai uno dei maggiori attori nel processo di ri-educazione e di inclusione dei bambini/ragazzi sordi.