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31/10/2023

Il concetto di accessibilità è un po’ superato, prima si parlava di superare le barriere architettoniche e sensoriali, come azioni rivolte a cittadini speciali;
oggi si parla di fruibilità, di qualità di un progetto, di un servizio, prodotto o luogo destinato a tutti i cittadini.
La progettazione universale non vede la disabilità come una menomazione o malattia, ma come un evento nel quale tutti potrebbero trovarsi in un certo momento della loro vita. Un dato significativo che segna il passaggio dall’integrazione alla società inclusiva.

La sottotitolazione può essere usata in diverse tecniche (stenotipia, respeaker, programmi appositi per film/audiovisivo) in diversi contesti della vita ordinaria, dell’informazione, della cultura e del tempo libero, può essere in tempo reale o live, preregistrato o in post-produzione.

Uno slogan usato spesso da FIADDA è stato “Un sottotitolo parla a tutti”.
E’ sbagliato affermare che i sottotitoli sono destinati esclusivamente alle persone sorde, servono a tutti, bambini, giovani, adulti, anziani, a più persone, stranieri, dislessici/dsa, udenti. Per le nuove generazioni è un ottimo strumento anche per abbattere l’analfabetismo che cresce sempre di più e per rafforzare e spingere alla lettura e soffermarsi sul significato dei termini e delle parole.

Inoltre sarebbe sano e utile attivarla anche nei luoghi di affollamento, contro l’inquinamento acustico, facendo scorrere i sottotitoli sugli schermi/tv.

Nell’ambito cinematografico, lo diciamo da sempre, che serve una maggiore sensibilizzazione sull’utilizzo della sottotitolazione, in Italia siamo abituati fortemente al doppiaggio.

Un altro slogan usato è “se vado al cinema coi sottotitoli, realizzo un sogno”, ecco un tasto dolente. Al cinema non c’è ancora la piena fruibilità dei film sottotitolati, specie dei film in italiano. Non può essere sempre il fattore economico ad ostacolarla.

Le case di produzione e di distribuzione non vanno sempre in sintonia, quelli della distribuzione temono che con la presenza dei sottotitoli allontani il pubblico, come se fosse un elemento di disturbo e spesso preferiscono trovare altre modalità e strumenti (occhiali, app) per l’implementazione dei sottotitoli.
Senza dubbio l’offerta cinematografica con la presenza dei sottotitoli è notevolmente cresciuta rispetto ai decenni precedenti, con un lieve apprezzamento da parte del pubblico in generale; tuttavia, permangono notevoli picchi di criticità e che non consentono un’adeguata soddisfazione degli utenti interessati, con esplicito e prioritario riferimento alle persone sorde.
Infatti, nel territorio nazionale essa si presenta disomogenea e confusa. Nelle grandi città è oggi possibile, sebbene in un numero esiguo, assistere a proiezioni in lingua originale con i sottotitoli; urge andare oltre attraverso ulteriori implementazione dell’offerta. Senza contare che questa favorevole situazione è quasi completamente assente nelle periferie.
Purtroppo, si presenta profondamente deludente la situazione di sottotitoli di film in lingua italiana, che risultano totalmente assenti sia in piccole località che nelle grandi città, salve le occasioni rare di eventi speciali, programmazioni specifiche in giornate ed orari dedicati, che, non risultano esattamente inclusive per le persone sorde.
È quindi fondamentale e necessaria rafforzare l’offerta anche verso i film italiani, inutile sottolineare che sarebbe auspicabile anche in presenza delle anteprime nazionali di un film o festival come quello che è in corso in questi giorni. Non sono mancate altre edizioni di festival sia quelli grandi sia quelli piccoli proiezioni accessibili, ma sempre con un numero ristretto di proiezioni per i costi.
L’ultima legge sul cinema n. 220 del 14/11/2016 “disciplina del cinema e dell’audiovisivo”, entrato in vigore a dicembre del 2016, c’è una parte dedicata al finanziamento dove è previsto un incentivo alle case di produzione per la realizzazione del film accessibile mediante i sottotitoli ed audiodescrizione, ma non c’è nessun tipo di aiuto ai distributori.
Sicuramente è stato fatto un passo avanti, con una normativa per attuare l’accessibilità e fruibilità, ma in questo caso non è tutto così implementato. Dove sono i sottotitoli? E le copie dove sono?
Tramite alcuni tavoli tecnici tra il Ministero, l’ANICA e le associazioni di riferimento si stava lavorando per un protocollo o meglio un modello per la piena implementazione, ma lo scoppiare della pandemia ha bloccato tutto e attualmente stiamo ancora in stallo.
Le produzioni durante il covid hanno preso ulteriori incentivi, insomma dove sono i sottotitoli?
Negli ultimi tre anni abbiamo visto una notevole crescita dell’utilizzo delle piattaforme e dell’offerta accessibile.
Sarà aumentata forse la quantità, ma purtroppo è calata tanto la qualità della sottotitolazione. Tra la RAI, il cinema/audiovisivo e le piattaforme si notano notevoli differenze sulla sottotitolazione, non ci sono modelli simili, c’è necessità di capire le linee guida esistenti, si notano tanti nuovi autodidatti.
C’è necessità di analizzare il concetto dei “sottotitoli per non udenti” per non udenti chi? Meglio persone sorde? Negli ultimi 30 anni le stesse persone sorde sono cambiate, è importante la fedeltà dei dialoghi ma non sono necessarie le didascalie sui rumori. Diciamo che c’è un bombardamento (ad es. “inspira”, “espira”, “tira su il naso”, …)

È importante capire attualmente quali scuole e corsi di formazioni ci sono, chi conduce i corsi e quali strumenti vengono forniti. E’ necessario riflettere sui professionisti del settore e creare delle linee guida uniformi con indicazioni e direttive ben precise.
Dall’intervento di Valeria Cotura, esperta di accessibilità e fruibilità della cultura di FIADDA APS  al PANEL internazionale “SOTTOTITOLI: OPPORTUNITÀ TRA DIRITTI E INCLUSIONE SOCIALE” (L’impatto sociale che ha la sottotitolazione sul pubblico, in particolare per le persone sorde) Biografilm Festival Bologna giugno 2023 

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